IL COMPLEANNO Parte Seconda
by francescaemeVisto: 0 veces Comentarios 0 Date: 12-09-2025 Idioma:

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Quindi mi rivestii e a braccetto del signor Aldo, uscii dalla sala proiezioni non vista dagli altri, ritornando in salvo nel sexy shop.
IL COMPLEANNO PARTE 2
Ci venne incontro il proprietario del negozio e subito dopo, anche Renzo finalmente apparve. Decisi di dirgli...anzi, decisi di non proferire parola.
“Fanculo” pensai “non c'è nessuno che mi obbliga a parlare, soprattutto di ciò che ho appena vissuto”.
Rivolsi solo un freddo “Andiamo” a mio marito, subito prima di avviarmi verso l'uscita del negozio, che il presunto aiutante del proprietario teneva aperta e con la saracinesca sollevata il tanto da permettere di passare. Aperte le portiere dell'auto col telecomando, ripartimmo appena allacciate le cinture di sicurezza. Nel silenzio, si palesò la voce di Renzo:
“Sei stata grandiosa stasera. Grazie del regalo di compleanno”
“I patti erano che saresti stato presente e non rintanato chissà dove”
“Pensavo saresti stata meno in imbarazzo senza di me che ti osservavo” si scusò lui.
“La prossima volta, invece di pensare, chiedi; magari riuscirai a non fare la figura del vigliacco”
“Ho capito. Sei arrabbiata. Se non ti piaceva la situazione potevi andartene quando era ancora tutto calmo. Oppure pronunciare la parola “compleanno” che avrebbe fatto terminare tutto”
Non risposi.
Quando gli uomini fanno finta di non comprendere è come quando affermano di aver inteso. In ogni caso, e come al solito, non hanno capito nulla.
Continuai a elucubrare dentro di me che fatto è stato, che mi sono ritrovata sola in mezzo a un branco di allupati. Sola forse no, il signor Aldo si era goduto si tutto lo spettacolo, ma quando intervenuto per l'abito e per portarmi via, lo aveva fatto in mia difesa e non per proprio tornaconto.
Non parlammo più per il resto del breve viaggio e anche a casa, mentre ci preparavamo per andare a dormire, le poche parole furono di normale circostanza e per il momento, entrambi, preferimmo non affrontare l'argomento della trasgressione nel sexy shop.
A letto nel buio, non iniziai a piangere come mi ero immaginata appena terminata la mia prima esperienza di...come posso definirla? femmina pubblica vi pare confacente?
Piangere per cosa poi? Dopotutto non solo avevo accettato di vivere l'esperienza di mia spontanea volontà, ma avevo liberamente deciso di rimanere e non allontanarmi. Neppure mi era mai balenata l'intenzione di pronunciare la parola salva tutto. Mi avevano fatto piacere tutte quelle mani sconosciute che prima mi avevano denudata completamente e poi esplorata in ogni dove? Piacere forse no, ma schifo neppure. E poi c'era una novità che dovevo assolutamente interpretare e chiarire: avevo squirtato per la prima volta nella mia vita, oltre che aver provato numerosi orgasmi multipli e consecutivi. Eppure Renzo scopava bene e lo avevo sempre desiderato carnalmente oltre che esserne innamorata. Decisi di fare una prova e gli rivolsi la parola:
“Stai dormendo?”
“No, amore. Sono ancora dispiaciuto per averti delusa, ma, vedi, osservarti di nascosto, mi ha dato ancora più piacere. Lo so che posso sembrarti...”
Lo interruppi e dopo essermi tolta la lunga tshirt che uso per dormire, gli detti un ordine:
“Scopami”
Mi venne sopra ben felice di ubbidire. Il suo cazzo, infatti, era già duro, segno che l'accaduto nella sala del sexy shop lo aveva soddisfatto e eccitato. Come sempre mi accade quando l'uccello di Renzo mi sfiora, la mia patatina si bagnò quasi istantaneamente. Mi bastò inumidirmi tre dita con la saliva, per lubrificare la sua cappella e il suo cazzo scivolò immediatamente dentro di me. Fu una scopata con frequenti cambi di ritmi di movimenti, quasi animalesca, forse per scacciare tutte le sensazioni delle ore precedenti e lasciare che il presente fosse appannaggio solo del nostro godimento carnale. I nostri respiri diventarono sempre più affannati per trasformarsi in rantoli durante l'orgasmo.
Dopo esserci lavati, tornammo a letto e dopo qualche coccola ci addormentammo.
La notte però mi portò uno strano sogno.
Strampalato e agitato.
Mi vedevo durante quello che mi era accaduto nel retro del sexy shop, quasi fossi un'estranea che osserva. Cosa strana era che, con gli occhi ero una spettatrice ma con l'animo, vivevo direttamente le medesime emozioni mentre il gruppo di uomini mi portavano dalle sedie del piccolo cinema, alla sala dove c'era il grande letto. Ciò che mi sbalordì fu che assieme all'uscita di scena del collaboratore del negozio che aveva portato la scatola dei preservativi, un'altra assenza mi sorprese: non era presente il signor Aldo con i miei abiti tra le braccia. A quel punto le voci degli uomini assieme alla mia, mi rimbombavano dentro le orecchie quasi arrivassero da chissà dove. Mi sorpresi vedendomi mettermi spontaneamente in ginocchio e avvicinare il volto al cazzo turgido del ragazzo più giovane. Mi pareva, nel sogno, di sentire fisicamente quella carne maschile riempirmi la bocca. Mentre ero in quella posizione, l'amico di quello che aveva usato il vibratore con me, si infilò il preservativo e messosi alle mie spalle, iniziò a scoparmi. Non ebbi alcuna reazione come se la penetrazione di uno sconosciuto, fosse mio desiderio e cosa normale allo stesso tempo.
Mi scoparono in molti, fino a che un corpo nudo raggrinzito dall'età, si balenò davanti ai miei occhi.
Una voce ironica si levò dal brusio:
“Heilà nonno, pensi di riuscire ancora a scopare?”
Il vecchio, manifestando la sua solita grossolanità, stesosi sulla schiena gli rispose, rivolgendosi contemporaneamente a tutti gli altri:
“Il cazzo funziona, i muscoli un po' meno. Mettetemela sopra e fatela muovere e vi dimostrerò di cosa sono capace”
Poco dopo mi vedevo tenuta per le ascelle oscillare su quel vecchio e flaccido corpo, penetrata da un cazzo ancora tonico, mentre le mani del vecchio erano lascivamente aggrappate alle mie mammelle. Solo dopo che con un grugnito l'uomo godette, fui adagiata sul materasso. Ci volle ancora molto prima che tutti godessero del mio corpo, utilizzando la mia fica o la bocca oppure le mani.
Alla fine, rimasi stesa in attesa che gli spasmi di tutti gli orgasmi iniziassero a diminuire, mentre le mie labbra, le guance e le mani erano imbrattate di sperma.
Mentre il mio corpo si rilassava su quel materasso bagnato dai miei schizzi, mi svegliai di soprassalto accorgendomi che anche il materasso dove stavo dormendo fino a pochi secondi prima, era impregnato dai miei fluidi.
Avevo goduto rivedendomi alle prese con altri uomini e ancora più, vergognandomi, avevo nuovamente squirtato inzuppando tutto il lenzuolo.
La mattina dopo, non dissi nulla a Renzo al riguardo e approfittando che stava andando a fare jogging, cambiai le lenzuola e uscii per riordinare le idee.
Mi sedetti all'aperto in un bar e mentre le persone passeggiavano sul marciapiede accanto al mio tavolino, tornai alla notte prima. Fare sesso con Renzo mi era piaciuto come sempre anche se in collera con lui. Come al solito mi aveva fatto godere. Ma...non come in quella situazione paradossale nella sala di proiezione e neppure mi era capitato di squirtare nuovamente. Però avevo spruzzato come una fontana, sognandomi di essere presa carnalmente da altri.
Non sapevo darmi una spiegazione o molto più probabilmente, avevo timore di scoprire di essere una ninfomane. Però io non desideravo sesso.
Cioè, lo desideravo come una qualunque persona. Se qualcuno, per esempio e in quel momento, mi avesse chiesto con quale uomo nei paraggi sarei andata a letto, pur notandone alcuni belli o intriganti, non avrei avuto alcun desiderio verso nessuno. Eppure, tornando col ricordo alla sera prima e al sogno, qualcosa nel mio ventre si muoveva.
La voce di un uomo mi fece sobbalzare:
“Buongiorno signora Marina”
Era Franco, il proprietario del sexy shop.
“Cosa ci fa in centro?” gli domandai più per cortesia che per effettiva curiosità.
Mi informò che avendo un paio di appartamenti destinati a soggiorni turistici brevi, era passato per verificare che fossero in buono stato, mentre la ditta incaricata provvedeva alle pulizie di fine soggiorno.
A quel punto, lo invitai a prendere un caffè in mia compagnia perché mi venne una curiosità.
“Da quanto tempo mio marito stava organizzando quel che è successo ieri sera nel tuo negozio?”
“Mi poni una domanda alla quale non risponderei neppure sotto tortura”
“Grazie” gli risposi ridendo.
“?!?”
“Con questa risposta mia hai dato ugualmente il responso alla mia curiosità”
“Non capisco”
“Se fosse stata una cosa improvvisa e non pianificata, non ti saresti trincerato dietro una non ben definita complicità, impossibile da tradire”.
Dopo esser rimasto qualche istante in silenzio, colpito dalla mia logica, sbuffò divertito:
“Touchè. Ora, oltre ad aver già perso te come cliente ieri, perderò anche tuo marito oggi”
Avendo la situazione in mano, decisi di sfruttarla a mio vantaggio:
“Pensi di essere solo tu a poter e voler rimanere in silenzio anche sotto tortura?”
“Continui a sorprendermi. Non mi reputo una persona lenta di comprendonio, ma anche ora non riesco a seguirti”.
“Io non dirò a mio marito che ho scoperto che la serata di ieri era già stata organizzata a mia insaputa e tu...”
“E io?” ripeté l'uomo, questa volta incuriosito.
“Tu mi parli del signor Andrea. Chi è, che cosa è, perché si trovava nel negozio e soprattutto che rapporti ha con mio marito”
“Sinceramente, non posso risponderti. Ma capisco la tua curiosità. Cosa sai tu del signor Andrea?”
“Mio marito afferma che lo abbiamo conosciuto a una party assolutamente non erotico e con molte persone, organizzato comunque da una coppia che sappiamo trasgredisce”
“Diciamo...ma qui lo dico e qui lo nego, che il signor Andrea ha molta influenza nel mondo delle trasgressioni. In un certo ambito è molto conosciuto”
...continua (forse)
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