HISTORIA TìTULO: Il club privè 
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Il club privè Espana language


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Il club privè

by tototritolo
Visto: 0 veces Comentarios 0 Date: 17-04-2025 Idioma: Language

“Stella, Stella, dove sei?!” – Rolando era impaziente, stranamente impaziente.
“Vieni a vedere cosa ti ho comperato, dai, ho un sacco di sorprese bellissime!” – “vedere, vedere” – risponde Stella curiosissima – “cominciamo dalle cose più hard, sai cosa sono queste? No? Beh te lo dico io: queste sono le famose palline cinesi che servono a massaggiare in profondità il sesso femminile” – “ma come si usano?” – “molto semplice: si infilano tutte e due nella fica, lasciando fuori solo questo anellino legato al filo a cui sono fissate, sai serve per tirarle fuori, altrimenti in una fica come la tua …si perderebbero…!!!” – “stronzo! Sei in vena di complimenti?” – “dai era solo una battuta spiritosa! Non sarai davvero così permalosa!” – “OK ma che ci devo fare? Vuoi che le indossi stasera?” – “Certo, stasera ti porto a ballare, per cui tutto il tempo avrai dentro la fica un massaggiatore personale che si prenderà cura della tua eccitazione; e.. non è finita, guarda un po’ che completino indosserai” – così dicendo le porse un pacchetto contenente un completo di pizzo nero, composto da sostieni tette (di quelli che reggono e comprimono il seno lasciandolo però completamente scoperto), perizoma e reggicalze.
“I tuoi soliti regali interessati!” – lo provocò lei “ah sì e allora guarda un po’ qui, ti sembra interessato anche questo?!” – le rispose consegnandole una borsa di nylon molto voluminosa, “caspita, ma cosa c’è dentro? Ohhh mamma mia, ma, ma sei proprio matto!!” – esclamò aprendo il sacco – “una pelliccia, ma e il tuo animalismo che fine ha fatto ?!!” – “tranquilla, è una pelliccia ecologica, bella, ma ecologica” – in effetti Rolando doveva aver speso davvero molto per quel capo così bello: una pelliccia molto raffinata che, indossata copriva Stella dal collo fino alle caviglie, “la indosserai stasera, e sarai la più bella di tutte!”
L’euforia e l’emozione per quel regalo così prezioso avevano confuso Stella che si rimirava davanti allo specchio, con la pelliccia addosso, “sotto la pelliccia mettiti questo” – specificò Rolando, porgendole una gonna nera lunga anch’essa, come la pelliccia fino ai piedi, e dotata di spacco laterale fino ai fianchi, chiuso da un bottone a metà coscia; “e sopra cosa devo mettere?” – gli chiese Stella ormai rassegnata ad accettare gli abbigliamenti che le proponeva – “indossa questo top” – il top era di pura seta molto fine, quasi trasparente, si allacciava sulla schiena che restava in buona parte nuda, “spero che ci sia caldo dove andremo, altrimenti mi becco un accidente” – replicò lei nel vedere il capo così succinto.
Quella sera Stella si preparò molto più rapidamente del solito, eppure non aveva dimenticato proprio niente, palline, ecc. tutto al posto giusto, anche il trucco veramente straordinario e impeccabile! D'altronde lei era una vera maestra, o meglio un’artista del trucco, sia quello leggero, sia quello pesante e per quest’ultimo aveva sviluppato una predilezione particolare, data la frequenza con cui vi ricorreva…
“Mnhhh, mi stanno già massaggiando, ahhh che bello!” – esclamò riferendosi ovviamente alle palline cinesi, mentre era seduta in macchina durante il viaggio verso la famosa sala da ballo, “mi immagino come sarà quando ballerò ….!” – “potresti rischiare di avere un orgasmo sulla pista da ballo, e ….. da sola!!” – la riprese Rolando euforico.
Lei non si sapeva spiegare il perché di tutta quell’euforia, ma cominciò a capire quando furono arrivati e scesi dall’auto lesse l’insegna : “Tortuga” poi guardandosi intorno vide che il portone d’ingresso era chiuso e per entrare bisognava suonare il campanello, essere scrutati da un usciere, e solo dopo accedere all’interno. Appena entrati Rolando consegnò all’usciere un biglietto – “lo aveva già acquistato, il vigliacco!” – pensò Stella nel notare la manovra, poi una ragazza molto carina prese in consegna giaccone di lui e pelliccia di lei. “Prego accomodatevi” – una voce suadente li invitò ad entrare: il locale era molto buio soprattutto per chi, come loro, vi accedeva dall’esterno, si sentiva una musica a volume elevato, ma non assordante, si scorgeva nella penombra la pista da ballo che peraltro era già molto animata. Presero posto su uno dei molti divanetti che circondavano la pista da ballo, ordinarono da bere due margarita, e si misero a guardare. “Andiamo a ballare?” – propose Stella – “con piacere” – cominciarono così a sciogliersi in balli sempre più coinvolgenti fino a quando – “sono stanco non ce la faccio più, mi siedo qui e ti guardo, continua tu da sola” – così dicendo Rolando si mise nuovamente a sedere sul divano dove avevano preso posto entrando. Stella si sentiva carburare sempre più, forse anche per merito del margarita, sta di fatto che più ballava e più avrebbe ballato. Non dimentichiamoci infatti di cosa lei portasse dentro la fica: uno strumento di tortura, una tortura dolce, dolcissima che gliela stava letteralmente trastullando provocandole un piacere sempre più intenso con il risultato che, l’esiguo perizoma che aveva indosso, era ormai fradicio di umori da poterlo strizzare, anzi già sentiva che alcune gocce le stavano colando lungo le cosce. Il bello era che quel titillamento non era il solo a cui il suo corpo fosse sottoposto, solo adesso infatti, aveva capito il perché della scelta di Rolando del top di seta: il fatto che il seno fosse completamente scoperto e contemporaneamente strizzato, con i capezzoli ben orientati verso l’esterno, faceva sì che gli stessi strusciassero ad ogni suo movimento, contro quel capo così liscio e aderente che li copriva, provocandone un continuo vellicamento che li aveva ormai resi talmente tesi e turgidi da sembrare quasi tumefatti aumentando ancora il suo livello di eccitazione.
Lo spettacolo che Rolando si gustava era davvero notevole: Stella ballava senza risparmio di energie, con quel top attraverso cui le si “leggevano” nei minimi dettagli sia i capezzoli che i seni, e più in basso lo spettacolo appariva ancora più “infuocato”, infatti, prima di sedersi, lui le aveva aperto, ovviamente senza farsi notare, il bottone della gonna che le teneva coperte le cosce, pertanto a tutta la platea, si offriva uno spettacolo veramente intrigante, dal momento che era perfettamente visibile il reggicalze che indossava sotto.
Quando vide e capì era ormai troppo tardi… le cadde lo sguardo su una coppia che era seduta un po’ in disparte, a cui si erano aggiunti altri due uomini che stavano accarezzando la donna dappertutto davanti al marito evidentemente compiacente, anzi, a sua volta in caccia di qualche novità…! “Mi hai portata in un club privé, brutto porco, sei proprio un gran perverso!” – esclamò con voce risentita scendendo dalla pista da ballo, rivolta a Rolando, che per tutta risposta la baciò così appassionatamente da farle dimenticare subito la sua rabbia, anche perché in effetti il suo corpo fremeva di voglia dopo quasi due ore di ininterrotti titillamenti a fica e capezzoli. “Vuoi offrirmi a degli sconosciuti stasera?” – gli chiese ormai certa dei suoi obiettivi per quella serata, e senza attendere risposta aggiunse “stasera scelgo io, e tu non devi profferire parola!”
Così fu, andò al bar e ordinato un altro intruglio molto alcolico lo trangugiò con estrema rapidità poi, accortasi che Rolando la stava raggiungendo, si allontanò rapidamente.
Si rese conto ben presto che l’intruglio incautamente ingurgitato poco prima, era veramente potente, infatti sentiva sia la mente che i riflessi completamente appannati, il che peraltro la calò in uno stato di profonda tranquillità e sicurezza; così tornò in pista a ballare: la musica era particolarmente conciliante e lei la interpretava come sempre molto bene, il ballo le piaceva molto e la cosa non era certo un mistero: si muoveva in modo veramente armonioso facendo ondeggiare i fianchi prima a destra poi a sinistra, quindi indietro e in avanti, sembrava proprio che fossero le palline cinesi a dettarle il ritmo …
Quel modo di ballare alquanto “disinvolto” e appariscente, calamitò in breve l’attenzione di molti, uomini singoli, ma anche coppie: quei seni così in evidenza e soprattutto quei capezzoli tanto gonfi e duri da sembrare un tutt’uno con il top di seta, uniti al “vertiginoso” spacco sul fianco della gonna non potevano certo passare inosservati! Così nel breve volgere di pochi minuti si trovò quasi circondata da numerosi uomini che le si paravano intorno sempre più intraprendenti nascondendola alla vista di Rolando, che se ne restava immobile al banco del bar a bere e osservare.
Il suo sguardo spaziò per qualche minuto su altre coppie o gruppi che stavano animando e scaldando l’atmosfera e così facendo perse di vista Stella: era sparita, “si è sicuramente imboscata da qualche parte e chissà con chi?!!” – pensò tra sé preoccupato di averla persa e di non “vedere”. Si alzò dunque con l’intento di ritrovarla, non tanto per riportarla al loro divano, quanto meglio per vedere con chi ed eventualmente con quanti uomini si era appartata, “lo sa che io devo vedere tutto” – pensò.
C’erano in quel club privé parecchie stanze destinate agli accoppiamenti “occasionali”, tutte arredate in modo semplice: un grande lettone rotondo al centro e tutti specchi intorno; con un particolare però: gli specchi erano tutti semitrasparenti per cui, essendo le stanze ben illuminate, era possibile da fuori, godersi lo spettacolo di ciò che accadeva all’interno.
Stella era ovviamente ignara di questo “marchingegno”, era convinta dunque di avere “seminato” Rolando, potendo godersi in pace gli uomini che aveva scelto, senza la presenza del suo uomo “guardone”.
“Eccola” – esclamò tra sé soddisfatto, quando la vide in una stanza insieme ad altri quattro uomini ed una donna, “stavolta si è lanciata, vuole provare anche a lesbicare…!”
Il punto d’osservazione di Rolando era davvero ottimale: si potevano scorgere tutti i dettagli anche i più insignificanti, da lì non sfuggiva davvero nulla!
Stella era già senza gonna e top, dunque nuda, dal momento che il perizoma glielo stava sfilando uno dei quattro uomini proprio in quel momento, era sdraiata sul letto con due uomini inginocchiati vicino al suo viso, che strofinavano i loro cazzi tesi sulle sue labbra per sollecitarla a leccare. Bastarono poche manovre ed ecco che la sua lingua cominciò docile a leccare le due cappelle che le si appoggiavano alle labbra, bagnandole ad ogni colpo di lingua con la saliva. Si abbandonò così ad un pompino doppio davvero estasiante: prima con lente e accurate passate di lingua percorreva le due aste tese e gonfie, poi si dedicava ai coglioni, percorrendone ogni millimetro, sempre con la punta della lingua irrigidita per essere più efficace. Ben presto succhiate dapprima accennate e poi sempre più ardite e disinvolte, si sostituirono alle leccate iniziali: succhiava e mugolava, “proprio come una cagna in calore” – considerò Rolando che da fuori stava assistendo in diretta alla sue performances.
Attorno a lui si formò ben presto un piccolo capannello di guardoni che dapprima titubanti, poi sempre più eccitati, cominciarono a masturbarsi commentando a voce alta quello che li eccitava di più: “guarda quella puttana a gambe larghe come pompa i due cazzoni” – disse uno, “sbaglio o ha la fica completamente depilata?” – domandò un altro – “è vero è tutta depilata anche sotto le ascelle, dev’essere proprio una gran troia!” – concluse un terzo. Rolando ascoltava quei commenti rimanendo in silenzio, eccitandosi ancora di più nel sentire apprezzamenti sempre più volgari dei suoi compari di “vista” all’indirizzo di Stella, ignorando ovviamente, che si trattasse di sua moglie.
“Guarda che troia, come si offre a quell’uomo con quel cazzone enorme, senti come rantola, la puttana!” – infatti alcuni altoparlanti posti intorno alla stanza diffondevano le voci provenienti dall’interno e così anche Rolando sentì… “ ahhh sii daiii prendimi tutta così da bravo, ohhh che cazzo enorme hai, sembri un toro” – “sono un toro, puttana e tu sei una gran vacca da monta!” – e avanti così, con colloqui che si facevano via via sempre più espliciti e diretti conditi da un linguaggio molto volgare. Ah già, ma l’altra coppia che cosa faceva intanto? Scopava ovviamente, anche se la donna si stava gustando il cazzo di un altro uomo mentre suo marito era intento a farsi spompinare da Sella. Claudia si chiamava quella bionda tettona, bella e anche lei completamente depilata, guardava con occhio languido verso Carlo, suo marito, che con aria persa si abbandonava sempre più all’abilità pompinara di Stella. Fu Francesco, l’uomo che stava fottendo Stella, a proporre: “adesso bendiamo le due signore e prepariamo loro una sorpresa!” – e così fu: Stella e Claudia furono bendate, e condotte a spasso per la stanza, palpate a quattro se non a sei mani dappertutto, infine furono disposte una di fronte all’altra sul lettone alla pecorina. Lo spettacolo era davvero arrapante: le due donne erano infatti ignare di giacere a pochi centimetri l’una dal viso dell’altra, e così bendate, nude con le tette, e che tette, a penzoloni, fornivano uno spettacolo davvero irresistibile, ciò che comunemente si definisce spettacolo ad alta tensione erotica! Claudia fu la prima a ricevere di nuovo il cazzo in fica: era quello di Cesare, un fustone nerboruto e con il petto completamente glabro, neanche un pelo, e nemmeno su cazzo e coglioni, tutto liscio come la sua fica d’altronde!
A Stella toccò nuovamente il cazzo di Francesco, solo che questa volta scelse un altro buco: il buco del culo – “Ahhh pianoo ohhhh mnhhhh ahhhh ahhhh” – mugolò la troia, generando lo scompiglio nella sempre più nutrita schiera di guardoni che a quella vista si abbandonarono ai commenti più truci – “oh ma quella troiona è proprio sfondata dappertutto! E guarda come gode anche nel culo!” – se ne uscì uno – “è si, quella è capace di prendersi anche una decina di cazzi al colpo!” – gli fece eco un altro, e così via, man mano che dentro le cose evolvevano sempre più verso un finale davvero “pirotecnico”.
Ben presto Stella si accorse che appoggiate alle sue labbra c’erano due cappelle gonfie e pulsanti “quelle di Carlo e Maurizio” – pensò, e cominciò a leccarle dapprima con movimenti molto lenti, poi sempre più avvolgenti fino a percorrere entrambi i cazzi con la bocca aperta. Fu allora che sentì qualcosa di “strano” – “cos’è questa cosa umida e calda?” si domandò, continuando comunque a slinguare anche quella, “non è un altro cazzo, o almeno non mi sembra” – concluse. “E voilà” – esclamarono all’unisono Francesco e Cesare, levando contemporaneamente la benda dagli occhi delle due donne, che scoprirono presto cos’era quell’umido strano…! Erano le loro lingue! “Leccate troie, non fermatevi, leccate bene e insieme i nostri cazzi, dai unite le linguette e le labbra, non avrete mica paura di baciarvi, sarebbe il colmo, per due puttane come voi!!” – le sollecitò con tono provocatorio Maurizio, e quell’ordine così perentorio fece crollare in un attimo qualunque remora morale o pudore residuo in entrambe. Una rapida occhiata e le loro bocche si incollarono una all’altra con in mezzo quei due cazzi pulsanti; li scorrevano per tutta la lunghezza senza staccare mai le labbra l’una dall’altra: era la prima volta che entrambe baciavano una donna, ma lo trovarono assai piacevole, dal momento che, anche staccate dai due cazzi si slinguettavano felici. Una situazione così perversa generò il caos sia dentro che fuori: Carlo e Maurizio sborrarono quasi all’unisono sui visi e nelle bocche delle due troie affamate che oramai non smettevano più di baciarsi e leccarsi; fuori intanto, la schiera di guardoni riempì di sperma parecchi pacchetti di Cleenex, e che seghe felici! Rolando rimase da solo a gustare il finale: Claudia, senza sfilarsi dalla fica il cazzo di Cesare, si rigirò sotto sopra, e piano piano si infilò sotto Stella fino a raggiungere con la bocca le sue tette, che ciondolavano sotto i colpi che Francesco assestava implacabile al suo culo. Si trovarono dunque entrambe con le rispettive tette a “portata di bocca”, e fu Claudia a cominciare una leccata dapprima timida e impacciata, ma ben presto disinvolta, delle tette di Stella, la quale mostrò di apprezzare quel gesto con un mugolio sempre più alto “mnhhhh ohhh siii che bello sii brava lecca cosiiii daiiii” – “adesso leccami anche tu dai cara” – la incitò Claudia, in un attimo di pausa, e fu così che la lingua di Stella provò per la prima volta l’ebbrezza di titillare e lappare i capezzoli ad una donna.
Ben presto le mani vennero in aiuto alla bocca, e così palpate e leccate si susseguirono sempre più ardite: ciascuna cercava di trasmettere all’altra le sensazioni che stava provando, il tutto in un vortice crescente di eccitazione. Lo sperma che era colato sui loro visi dai due cazzi spompinati in precedenza, se lo erano spalmato involontariamente sulle tette, durante quelle leccate ormai senza più soluzione di continuità.
Ormai lingue, labbra, denti tutto partecipava a quel massaggio reciproco ai capezzoli diventati duri e violacei e dai quali non riuscivano più a staccarsi. Ad un tratto, con un movimento repentino, Claudia si infilò ancora più sotto, e con la lingua ormai sciolta cominciò a leccare con colpi lenti e misurati la fica di Stella che ebbe un attimo di stupore, ma quando sentì quella calda e morbida carezza avvolgerle la fica, aprendone le labbra fino ad incontrare il clitoride gonfio, emise un lungo mugolio di piacere ed approvazione “mnhhhhhhhh ahhhhh ohhhhhhh siiiiiii!” – esclamò, e di istinto si avvicinò anch’essa alla fica di Claudia, che però era occupata dal cazzo di Cesare. La sua lingua incontrò il cazzo di Cesare, nel suo andirivieni, tutto fradicio di umori e impregnato dagli odori di sesso; Stella leccò con sempre maggiore avidità, cazzo e fica, fino a quando sentì sgorgare dall’uccello un getto imperioso di sborra, seguito da altri innumerevoli fiotti che allagarono la fica di Claudia e tracimarono fuori. “Che sapore strano, al contempo disgustoso ed eccitante” – valutò, mentre continuava a leccare avidamente e senza tregua quella fica ormai amica, da cui colava un denso rivolo di sborra di uomo e di donna; lo stato di ipereccitazione in cui si trovava le fece ingoiare tutti quegli umori come se si trattasse di panna montata, leccò e leccò ancora: alla fine la fica di Claudia era del tutto ripulita.
D’altronde anche lei stava ricevendo da Claudia, e dalle palline cinesi che ancora ciondolavano nella sua fica, un trattamento simile, anzi, nel momento stesso in cui, Francesco si abbandonò ad un’eiaculazione selvaggia nel suo culo, Claudia con un ultimo sapiente colpo di lingua la trascinò ad un orgasmo così profondo e violento che, dopo averla fatta guaire ed urlare proprio come una cagna, le fece perdere i sensi per alcuni minuti. Si risvegliò con Claudia al suo fianco, la guardò, l’accarezzò lungo tutto il corpo, l’abbracciò e si abbandonò ad un ultimo lunghissimo bacio appassionato, poi si rialzò con un lungo filo di sborra che le colava dal culo, si sfilò le palline dalla fica, si rivestì in fretta, salutò tutti con un bacio ed uscì da quella stanza “adesso devo ritrovare Rolando” – pensò – “ma, cosa ci fai tu qui?” – gli chiese con tono stupito vedendolo appena fuori dalla stanza, – “ho assistito, insieme ad una nutrita folla, ad uno spettacolo davvero speciale, i miei complimenti!!” – le rispose con tono sarcastico, mostrandole gli specchi semitrasparenti, “anche se sono un po’ arrabbiato, perché hai cercato di fare la furba e di imboscarti senza di me!” – proseguì – “sarebbe stata la giusta punizione, visto che mi hai portata in un club privé sapendo bene che ero contraria!” – “hai ragione, però… adesso che hai provato non pensi che ogni tanto possa essere un’occasione ghiotta di evasione?” – “si, si, però … non voglio che diventi un’abitudine, …. una volta ogni tanto e deciderò io!”.
Si rivestirono, e usciti ripresero rapidamente la via di casa, “adesso tocca a me lo sai vero puttanella?” – le disse Rolando con un tono di voce inequivocabile: era arrapatissimo.
“Cosa vuoi che faccia?” – gli chiese Stella incuriosita – “mi devi fare un pompino con l’ingoio, qui in macchina, per strada” – e così dicendo fermò la macchina in una piazzola ai bordi della strada – “adesso scendi e vieni qui dalla mia parte, ma rimani fuori dalla macchina” – le ordinò perentorio. Stella ubbidì mansueta, uscì dall’auto, girò intorno, aprì la portiera dal lato di Rolando, si accucciò ai suoi piedi, gli aprì i pantaloni e tirò fuori il cazzo duro all’inverosimile, con la cappella di colore violaceo, “succhia, puttana!” – le ordinò: bastarono pochi minuti, la voglia esplosiva di Rolando unita alla sua abilità ormai “professionale” di pompinara fecero scaricare un autentico fiume di sborra dai coglioni gonfi. Ciucciò fino all’ultima stilla di sperma – “fammi vedere la tua bocca piena di sborra, prima di ingoiare!” – ordinò Rolando, e lei, come una docile schiava eseguì: aprì la bocca per bene facendo fuoriuscire la lingua biancastra, ricoperta com’era, da un denso strato di sperma che, in minima parte le colò lungo il mento. “Soddisfatto?” – gli chiese dopo avere ingoiato tutto – “si, sali in macchina che andiamo a casa: sono stanco morto!”.

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